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Salerno presa a Gisulfo I per fame? Conquistata con l’inganno ? E’ leggenda, considerando le lacune, le omissioni nelle cronache e quanto, ieri più di oggi, sui cronisti penda la “spada di Damocle” del potere.
Scrutando dal Castello di Arechi l’ orizzonte è facile capirne l’importanza. La vista, complice il nitore della giornata, bacia la Costiera, da un lato, e gli avamposti del promontorio di Palinuro dall'altro. Una cooperativa di giovani ha rilevato la gestione del sito. Un piccolo miracolo, per un Sud asfissiato dai problemi occupazionali.
Può capitarvi di visitare la fortezza grazie alle spiegazioni di una guida bionda. Avrete i normanni, allora, a portata di mano.
Le pagine della storia del Castello si sono alimentate del reperimento di numerose monete d’oro e d’argento, dsi suppellettili e di tanto altro.
Osservando i dettagli della fortezza, come sono stati recuperati al pubblico, si ha una visione abbastanza chiara sia dell’evoluzione del suo sistema difensivo, sia della vita che vi si conduceva sia delle peculiarità dei Principi che l’hanno posseduta.
Il restauro ha cavato fuori molti fili per tessere il mosaico del suo passato. Manca ancora tanto, ma il lavoro continua.

Ci parlano del Medioevo le feritoie da dove calavano l' olio bollente, i pertugi per le armi da puntare, le tracce dei sistema difensivo che, come una matrioska, proteggeva il Signore del Castello.
Parlano i quasi intatti canali per le acque, l'impianto termale, i camminamenti ricostruiti, i cortili, l'accesso di epoca angioina.
Ed anche il tratto del selciato originale venuto, recentemente, alla luce. Via che metteva in collegamento la fortezza e il Porto.
E le pietre della poderosa e diroccata Turris maior..
